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martedì 8 novembre 2016

Una sedia per aspettare di Simona Geo Recensione + Intervista

Buon pomeriggio! La seconda recensione di oggi la dedico ad una raccolta poetica ricca di emozioni. L'autrice racconta la grande vastità delle emozioni umane attraverso l'intensità e al contempo la delicatezza dei suoi versi uniti alla potenza evocativa e sensitiva delle fotografie, realizzate da lei stessa.


una sedia per aspettare
di Simona Geo

Editore: Schena 
Pagine: 56
Prezzo: 15,00 €
GENERE: Poesia
Formato: Cartaceo - pdf
Data d'uscita:  2016
Link d'acquisto: Qui.

Trama: 
una raccolta di poesie e di scatti fotografici realizzati da simona geo che abbracciano le più grandi sfumature della natura umana. tra emozioni, sensazioni e sentimenti.

RECENSIONE

Una sedia per aspettare è una raccolta poetica dal sapore delicato e dolce, una manifestazione comunicativa di parole e di immagini che raggiungono la parte più esposta del lettore, fino a trafugarne le sensazioni più celate e le emozioni più preziose. 
Un volo di versi tanto sognanti quanto terreni, che affrontano magie fatte di malinconie e di solitudini rinvigorite dalla memoria e dall’attesa.
Il contrasto tra ombra e luce è la costante di tutte le poesie nelle quali si alternano immagini talvolta nitide, altre più sfumate di sentimenti amorosi, nostalgie e dolcezze fatte di carezze e di abbracci.

Le lacrime sono associate alla tempesta che è espressione di dolore e sofferenza mentre la foto associata a questi versi è quella di un fiore bagnato da gocce che sembrano un pianto sconfinato tale da rappresentare la morbidezza del corpo e della pelle dell’anima. 

Tu mi hai mostrato come le lacrime possano essere l’ultima strada sicura per fuggire lontano dalla tempesta.
Il buio è un abbraccio che avvolge, che incarna l’attesa rappresentata da una sedia nera sulla quale si riflette la luce che raccoglie speranza e futuro.

La speranza di tornare a vivere una volta trascinata l’anima fuori dalle ombre, oltre quell’attesa infinita che fa parte di un’esistenza a metà. 

Una sedia per aspettare la luce che presto arriverà, attraversandomi. E, finalmente, tornerò a vivere.

E’ proprio il sole a creare le ombre ed è proprio per questo che l’io poetico, danzante e fulmineo, talvolta morbido e setoso, si veste di chiaroscuro per sopravvivere a se stesso. 
L’essenza dell’essere è nelle sfumature che dalla notte arrivano al giorno e che dal buio insegnano la luce.
La memoria è il porto sicuro, il rifugio in cui serbare se stessi; è magia, un passato dal quale è impossibile distaccarsi. Ma allo stesso tempo è ancora una volta abisso privo di forma, fondo lunare senza apparente sentiero valicabile, è un angolo buio dove facilmente si annida la paura.
La poesia è carnale, dotata di intimità e fisicità. Graffi che evocano lotte immaginarie e che provocano sangue e palpiti. Ma le ferite vanno leccate in quel buio profondo che ancora una volta è l’interminabile attesa della luce. 
Scappo lontano... Per poi tornare a farmi male. Graffi profondi non smettono di sanguinare. Lecco le ferite, rannicchiata in un angolo, in attesa. 

Versi dedicati alla sensualità meno pronunciata ma non per questo insapore. Lenzuola nere stropicciate che decantano morbidezza e passionalità, un connubio di amore fatto di spirito e di carne. 
Tocchi leggeri, impercettibili. Occhi che seguono un percorso definito. Carezze morbide avvolte da nere lenzuola stropicciate. 
Un forte idealismo poetico che si racchiude in forme semplici ma dotate di intensità e spiritualità. 
Il viaggio che oltre alla memoria, diventa simbolo di un sentiero da attraversare, di una meta da raggiungere. Lo scopo del viaggio è il viaggio stesso quando esso coincide con la crescita e la maturazione, finalmente il senso di dispiegamento di quelle ali dell’anima che si sentono libere di volare nel cielo della poesia.
Ricerca di se stessi ma soprattutto desiderio di compenetrazione e volontà di essere conosciuti dall’altro. L’io poetico si avverte come una finestra aperta, con i vetri rotti, con le crepe che tradiscono la sua essenza. Essa è nuda e prolifica, disposta a lasciarsi intendere pur di essere capita. 

Ma la malinconia è sempre in agguato e ogni verso è un richiamo verso uno stato nostalgico che desidera amore e affetto, empatia e vicinanza. La mancanza è un senso dell’anima molto forte che si avverte attraverso la solitudine e che aspira alla più completa dolcezza. 
Penetrami e cerca di comprendermi! Fammi capire che riesci a entrare in quei labirinti mentali che da tempo demolisco e ricostruisco. Dimostra che mi conosci! 
Simona Geo è un’autrice nostalgica ma anche molto fisica. La sua essenza è espressa attraverso versi melodiosi che si impongono per semplicità e per la vicinanza di sensazioni che vanno ad impreziosire gli anfratti più riservati dell’animo di chi legge.
Le emozioni evocate sono condivisibili e raggiungibili attraverso uno stile pulito che si aiuta con foto scattate in bianco e nero e che contribuiscono a rendere ancora più preziosa la tela del tempo.
I sentimenti espressi sono universali ma soprattutto sono eterni. Come è eterno quel senso di malinconia e di penetrante attesa che si avverte in tutta la lettura e che le anime più solitarie e pungenti coglieranno fino in profondità, provando la sensazione di non essere più sole.



INTERVISTA


Salve Simona, grazie di aver accettato questa intervista e benvenuta!


Simona Geo
1 - Cosa significa per lei scrivere e quando ha iniziato seriamente a farlo?

La scrittura per me è liberazione, intimità e sogno. Fino a qualche anno fa tenevo un diario, ho iniziato da piccola in corrispondenza della morte di mia nonna, annotavo ogni giornata su un quadernetto immaginando come interlocutore lei. 
La scrittura mi ha sempre aiutato a mettere nero su bianco i miei stati d’animo, le mie sensazioni e soprattutto le parole che non riuscivo a dire . Diversi anni fa ho smesso drasticamente di tenere un diario ed ho iniziato a vivere completamente la mia vita, non ho sentito più la necessità di annotare compulsivamente le mie giornate… ma avevo solo voglia di viverle interamente... niente diario solo pensieri sparsi, getti di inchiostro su fogli bianchi… poesie.


2 - Cosa rappresenta per lei la poesia? Perché ha scelto questa forma artistica?

La poesia è parola, una forma di auto espressione, un modo di esprimere le proprie idee, i propri sentimenti in modo diretto. Ho scelto questa forma artistica, proprio per questo motivo, le poesie sono interpretative e possono assumere significati diversi a seconda dello stato d’animo del lettore, i versi sono mutevoli e al tempo stesso eterni.  

3 – Le tematiche fondamentali delle sue poesie sono la malinconia, la solitudine, l’amore e l’attesa. Ci spiega i motivi e cosa rappresentano per lei?

Rappresentano frammenti di vita passata, di sogni e di speranze future, piccoli pezzi di un puzzle in continua evoluzione alla ricerca della completezza interiore e dell’imperfezione che rende unici.
Il motivo? Una sorta di esorcizzazione dell’io più profondo, un viaggio interiore passando dal buio alle ombre fino ad arrivare alla luce.


4 – Una sedia per aspettare. Perché questo titolo?

Una sedia per aspettare… rappresenta un po’ la chiave di lettura dell’intero libro, il filo conduttore di tutti i versi scritti. Attendere, per capire che non tutto quello che cerchiamo sia da rincorrere. Ci sono cose che per essere afferrate, hanno bisogno di lentezza e fermezza. Cose che nella nostra epoca, troppo veloce, rischiano di passare inosservate, di non essere vissute. A volte basterebbe fermarsi ed ascoltare il silenzio, perché è quello il momento in cui capiamo che risposte che sembrano lontane, sono lì accanto a noi.


5 – Le atmosfere sono malinconiche, inquiete, nostalgiche. Raccontano di memorie spezzate e di sogni. A chi sono dedicate le sue poesie?

Come ho riportato in “una sedia per aspettare” dedico i miei versi a tutte le anime che tenendomi per mano, mi hanno accompagnato in questo nuovo percorso lontano dalla mia fragilità.


6 – Se dovesse associare le sue poesie ad un colore e ad un odore, cosa sceglierebbe?

Assocerei le poesie ai colori dell’autunno e all’odore di terra bagnata dopo un acquazzone.


7 – Le poesie sono accompagnate da foto in bianco e nero scattate da lei stessa. Perché ha scelto l’accostamento dei versi all’arte fotografica?

Ho scelto l’accostamento dei versi all’arte fotografica perché considero la fotografia poesia allo stato puro. Fotografia deriva da due parole greche che letteralmente significano “scrivere con la luce” un'altra forma di comunicazione fatta di metafore e simboli che ha come obbiettivo arrivare dritta alla sfera emotiva più che a quella razionale e verbale. 
Amo la fotografia che parla, che racconta, la fotografia che va oltre la foto stessa, che ti fa rimanere senza fiato e che ti fa volare con la fantasia. La forza delle parole si fa immagine attraverso gli scatti fotografici e sono rappresentativi, il mio intento è stato quello di creare un immediata empatia avvincente e convincente.


8 - Chi è Simona Geo nella vita di tutti i giorni?

Chi sono? Sono figlia, sorella, zia, amica, compagna. Vivo in un paesino in provincia di Pavia immersa nella natura, il mio paradiso. Il tempo scandito nelle mie giornate si alterna tra il mio lavoro , le mie passioni e il mio tempo libero. Lavoro nel campo nell’edilizia sono geometra libera professionista. Credo nei valori della famiglia, dell’amicizia e mi definisco un inguaribile malinconica romantica. Adoro fare lunghe passeggiate, leggere un buon libro ed ascoltare musica, coccolare e viziare le persone alle quali tengo e sentirmi a casa tra le braccia della persona che amo.
Amo l’arte in ogni sua forma e in ogni sfumatura capaci di dipingere l’anima, di esprimere quello che si ha dentro con irruenza e semplicità. Vorrei, con le parole e con le mie fotografie, arrivare, attraverso gli occhi, dritta al cuore delle persone. Questo il mio intento. 


9 – Perché i lettori dovrebbero leggere Una sedia per aspettare?

Per condividere ciò che ha dato vita alle poesie… gli sguardi, i respiri, le parole, la famiglia, la musica… cose e persone che ho incontrato nel recente percorso della mia vita. Per provare quello che ho provato io, ma anche l’opposto. Spero che il lettore possa immedesimarsi e far sue le mie parole. Spero che i miei scatti fotografici possano rievocare un ricordo o far sognare di poter ammirare un paesaggio, uno scorcio… o di perdersi tra luci e ombre come ho fatto io al momento del “click”.

8 commenti:

  1. Mi piacciono molto gli estratti e la tematica alla base, ma la poesia non è molto nelle mie corde, purtroppo:( La tua recensione, però, è bellissima e mi ha restituito tutto ciò che sicuramente ti ha dato*-*

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    1. Grazie, Virginia, sono felice di essere riuscita a trasmetterti le emozioni che mi sono arrivate sia dai versi di Simona che dalle sue foto. La tematica è molto vicina a me e sono certa anche a te per ciò che ho conosciuto della tua persona.
      Un abbraccio!

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  2. Gemellina eccomi a recuperare questa straordinaria recensione completa di intervista! Credo sia la prima volta che leggo una tua recensione su una raccolta poetica, mi hai davvero affascinata <3 Complimentissimi <3 Un abbraccione grande grande

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    1. Ciao dolce Ely, sì, non avevo ancora recensito sul blog nessuna raccolta poetica! Grazie, sono felice che le poesie e la recensione ti siano piaciute. ^__^
      Un abbraccio fortissimo! <3<3<3

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  3. Ciao Antonietta :-* Mi piace molto questo binomio poesia/fotografia..amo la fotografia, un po' meno la poesia, ma comunque questa raccolta mi ha affascinato ^_^
    Ho inoltre adorato la risposta dell'autrice alla domanda numero 4, assolutamente la verità <3
    Un bacione :-**

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    1. Ciao Maria, anche a me piace moltissimo il binomio foto e versi, credo che le due forme artistiche si completino a vicenda e sia tutto molto affascinante e elegante. Condivido anche io a pieno la risposta numero 4! :-)
      Ci troviamo sempre più d'accordo io e te! <3
      Un abbraccio! :*

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  4. Una recensione molto accurata che coglie a pieno ciò che traspare da questo libro. Bell'intervista... la semplicità nella verità. Martina

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